Di Sebastiano Vianello – Va in scena al Teatro La Fen
ice di Venezia, dal 24 marzo fino al 4 aprile, Carmen opera comique di Georges Bizet. Appena celebrato l’8 marzo come riflessione sull’emancipazione femminile e la piaga del femminicidio, quest’opera può divertire ma anche far riflettere soprattutto sul suo messaggio di libertà che Carmen vuole interpretare e la bassezza del maschio rozzo che in nome dell’amore, distorto dalla gelosia e prepotenza, arriva a uccidere.
Ho avuto l’occasione di vederne l’anteprima e la consiglio vivamente perché è uno spettacolo veramente ben fatto. Rivisitata la scena, ambientata in tempi moderni sia per costumi che scenografia, la regia e la musica si fondono in uno spettacolo tra il comico (è un’opera comique) e il tragico, estremamente fluido, piacevole con sorprese che vanno dallo scurrile (sesso esplicito ovviamente simulato) al fantastico, basti un gigantesco toro che piomba sul palcoscenico. Anche gli zingari, assolutamente moderni, stupiscono, ma non voglio rovinare la sorpresa.
La compagnia di cantanti, anche se non vi sono eccellenze, il magnifico coro, diretto dal maestro Claudio Marino Moretti, e l’Orchestra del Teatro La Fenice, sono stati ben concertati da un grandissimo direttore, amico di Venezia come Myung Whun Chung. Circa 200 artisti in scena tra cui figuranti e coro di bambini. Si dice che il maestro Chung sia in grado di cambiare il suono di un’orchestra, beh provare per credere. Viva Carmen!
